“Prima delle prime”, 10 maggio: “Peter Grimes” di Benjamin Britten

4 maggio 2012

Sarà dedicato a Peter Grimes, opera del compositore britannico Benjamin Britten (qui sotto), il settimo appuntamento stagionale di “Prima delle prime”, organizzato dagli Amici della Scala per giovedì 10 maggio 2012, alle ore 18, al Teatro alla Scala, presso il ridotto dei palchi “A. Toscanini”.

Relatore ospite dell’incontro “L’operista e il Novecento” sarà il professor Philip Gossett, docente emeritus all’Università di Chicago e ex-docente alla Sapienza di Roma, direttore dell’Edizione critica delle opere di Giuseppe Verdi e delle Opere di Gioachino Rossini, nell’incontro “L’operista e il Novecento”, al pianoforte. L’opera di Britten sarà poi in scena alla Scala, per la regia di Robin Ticciati, dal 19 maggio al 7 giugno 2012.

Ingresso libero fino a esaurimento dei posti. 

Supporto per l’ospitalità: Brera Hotels.

Benjamin Britten

Dal testo del comunicato stampa ufficiale:

Benjamin Britten (1913-1976), che nel ‘39 aveva lasciato l’Inghilterra per l’America, scopre da un articolo letterario il poema Il borgo di Crabbe (1810), ambientato ad Aldeburgh, nel Suffolk, dove era cresciuto, ed è folgorato dalla nostalgia. Ritorna, vi si stabilisce, vi crea la sua prima opera lirica.

Concentra attorno alla vicenda di Peter Grimes (Crabbe articola il poema in Lettere, ognuna con una storia) la vita del villaggio di pescatori, estratta anche da altre Lettere, la interpreta attraverso la propria sofferenza di diversità e crudeltà sociale. È una terra aspra, battuta dal mare da cui uomini e donne devono difendersi, dove il conflitto fra singolo e società diventa estremo. C’è la musica del mare nei sei Interludi che tracciano la continuità di quadri conclusi e porgono materiali per temi e variazioni: arpeggio di onde lucenti, furia di tempesta, chiarori lunari sull’acqua, nebbia che sale dal profondo. Si anima la vita del paese, sfaccettata ma prigioniera di un conformismo di difesa. Peter, pescatore violento e solitario, sospettato di provocare la morte di ragazzini orfani presi come mozzo, è visto da Britten con pietà, perché sfida il pericolo sognando di guadagnare, sposarsi con la dolce Ellen e riabilitarsi, e perché a suo modo è poeta. Ma è aggressivo anche con chi lo aiuta. Braccato dai sospetti, spaventato da una caccia all’uomo verso la sua capanna, fugge verso la scogliera col mozzo che fatalmente scivola e muore. Sconvolto, con mente e canto sconnessi, può solo sparire in mare alto, affondando la barca, come gli consiglia l’unico amico. Disadattato ma vittima della società crudele. Dall’esordio nel 1945 quest’opera ha avuto grande successo. Estraneo alle avanguardie postbelliche, Britten è un innovatore dell’opera del Novecento: forte la drammaturgia scandita nell’arco progressivo dei 3 atti, penetrante lo sguardo sui problemi sociali, libero il linguaggio che segue la diversità, gli sbalzi alienati o la dimensione lirica del protagonista.

Sapienza compositiva e pratica agile di musica radiofonica si stringono in un’opera nuova, fra presenza e colore del mare, voci rissose degli interni, citazioni popolari e forza del Coro lirico, concitato, crudele.

Franca Cella

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