Prima delle prime – L’elisir d’amore

2 settembre 2015

Diciannovesimo appuntamento del ciclo

Prima delle prime”

Stagione 2014/2015

Amici della Scala – Teatro alla Scala

L’elisir d’amore

di Gaetano Donizetti

libretto di Felice Romani

Teatro alla Scala – Ridotto dei palchi “A. Toscanini”

Lunedì 7 settembre 2015 ore 18

All’origine di L’elisir d’amore c’è una sostituzione: l’opera fu commissionata a Donizetti dal Teatro della Cannobiana di Milano in seguito alla mancata preparazione di altra opera da tempo prevista. Donizetti per portare a termine la composizione ebbe quattordici giorni di tempo, dei quali sette destinati a Felice Romani per stendere il libretto tratto da un testo di Eugène Scribe, scritto l’anno prima per Daniel Auber. Quando mai erano stati dati tempi così brevi per una produzione musicale?

Evidentemente il lavoro del bergamasco non fu turbato o condizionato da una scadenza così ravvicinata.

L’opera andò in scena il 12 maggio 1832 alla Cannobiana con un grandissimo successo seguito da molte repliche. La breve gestazione generò quasi miracolosamente una lunga vita.

L’elisir d’amore era destinato a divenire con il Don Pasquale e accanto alla triade rossiniana (L’italiana in Algeri, Il barbiere di Siviglia, Cenerentola) uno degli esempi più alti dell’opera comica ottocentesca.

L’elisir è un “melodramma giocoso” e rientra a pieno titolo nella tradizione dell’opera comica anche se in esso si trova una certa vaga atmosfera patetica che si manifesta nella maniera più evidente (e questo è il momento più famoso) nell’emozionante scoperta di Nemorino sul volto dell’amata di: “Una furtiva lacrima” che “negli occhi suoi spuntò”.

Ma Donizetti è anche autore di opere serie come Anna Bolena, Lucia di Lammermoor, Roberto Devereux.

Riportiamo alcune righe che disegnano un toccante ritratto di Donizetti. Le ha scritte Gianandrea Gavazzeni, grande maestro, studioso e interprete eccelso donizettiano, notevole scrittore: “…Che il ritmo compositivo avesse andamento addirittura frenetico è sempre stato detto. Ancora durante la vita del Musicista, in cronache, e documenti, e già nel pionierismo critico venne ravvisato come caratteriale… Non urgevano necessità economiche quando la fama procedeva. Donizetti era solo. Nelle lettere echeggia la solitudine, con rintocchi frequenti, come monologo interiore. Assillo inventivo, modo di illudere un vuoto esistenziale insieme alla fantasia geniale, al magistero tecnico.” (da “Il melodramma Italiano dell’Ottocento”, Einaudi).

Nell’incontro “Tristano buffo” al pianoforte e con ascolti, parla di L’elisir d’amore Giovanni Gavazzeni, critico musicale.

Ingresso libero fino a esaurimento dei posti

Il ciclo di incontri di “Prima delle prime” fa parte del palinsesto di “Expo in città”

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