Prima delle prime – La Bohème

22 luglio 2015

Diciottesimo appuntamento del ciclo “Prima delle prime” – Stagione 2014/2015

 Amici della Scala – Teatro alla Scala

La bohème 

di Giacomo Puccini

libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica

Teatro alla Scala – Ridotto dei palchi “A. Toscanini” – Mercoledì 22 luglio 2015 ore 18

Bohème con la sua musica da tempo coinvolge e commuove a tutte le latitudini: le lacrime versate al finale hanno un sapore universale. “Più invecchio più mi convinco che la Bohème è un capolavoro, e che adoro Puccini, il quale mi sembra sempre più bello”. Così scriveva Igor Stravinskij nel 1956. È un capolavoro nato da una gestazione abbastanza laboriosa per quanto riguarda il libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, una delle più famose coppie di librettisti che mai un compositore abbia avuto come collaboratori. Il libretto si ispirava al romanzo di Henri Murger “Scènes de la vie de bohème” e il lavoro di riduzione si presentava particolarmente difficile perché occorreva ricavare da una narrazione episodica una concisa operazione operistica, che con una scansione drammatica coerente, rimanesse fedele allo spirito del romanzo, basato su impressioni appena delineate in ben 23 quadri. Illica che portava in dote un formidabile istinto drammatico e una grande ricchezza di idee trovava il suo pendant in Giacosa, poeta di raffinata eleganza e drammaturgo fra i più importanti di quell’epoca in Italia. Era questa una collaborazione ideale per Puccini che possedeva in giusta misura le qualità dell’uno e dell’altro dei suoi librettisti. Il compositore attribuiva una grande importanza al metro poetico e spesso chiedeva ai suoi collaboratori di aggiustare un verso in base alle proprie esigenze: per lui l’idea musicale richiedeva un determinato metro. Se lunga e complessa era stata la stesura del libretto, rapida e spedita fu invece la stesura della partitura. Bohème completata nel dicembre del 1895, solo 2 mesi dopo, il primo febbraio 1896, debuttava al Teatro Regio di Torino con la direzione di un ventinovenne Arturo Toscanini: grande successo di pubblico, una certa ostilità invece da parte della critica ufficiale che però ben presto dovette adeguarsi ai generali consensi. Per dovere di cronaca bisogna segnalare che anche Leoncavallo in quegli anni, era interessato al romanzo di Henri Murger: “Scènes de la vie de bohème” offrivano un argomento che in piena fase di affermazione del verismo poteva riscuotere nel melodramma un notevole successo. C’è stata una sfida Puccini–Leoncavallo? Forse, comunque Leoncavallo non se la sentiva di “lottare contro due colossi (Illica e Giacosa)” e se ne andò a studiare a Parigi l’ambiente del Quartiere Latino. Puccini il suo Quartiere Latino lo aveva trovato sulle rive del lago di Massaciuccoli, in località Torre del Lago, dove si era insediato un gruppo di pittori appartenenti alla corrente dei Macchiaioli. All’epoca del suo arrivo Puccini non aveva ancora una grande popolarità ma fece subito presa con il suo fascino sul piccolo ambiente toscano. Ferruccio Pagni fra tutti i pittori quello più legato a Puccini scriveva “Quell’opera era anche un poco nostra. Cecco era “Marcello”, io “Colline”, Giacomo, manco a dirlo “Rodolfo”…..”

Nell’incontro “Musica che va dritta al cuore” con ascolti e video, parla di La bohème Alberto Mattioli, musicologo.

Ingresso libero fino a esaurimento dei posti

Il ciclo di incontri di “Prima delle prime” fa parte del palinsesto di “Expo in città”

Supporto tecnico Meeting Project s.r.l. service audio-video Milano

Comments are closed.