Intervista a Enrico Girardi

10 aprile 2013

La nostra presidente Anna Crespi ha intervistato Enrico Girardi, critico musicale del “Corriere della Sera” e docente all’Università Cattolica di Milano. Le ha raccontato un po’ di lui e del suo rapporto con la musica.

Quando hai iniziato a studiare musica?
Ho studiato musica fin da piccolo, perché era abitudine di famiglia; andavo ai concerti e alla Scala. Da subito mi sono innamorato in maniera totale ed esclusiva della musica e ho capito immediatamente che era la cosa che più di ogni altra mi interessava. Verso la musica ho indirizzato le mie energie, ho continuato l’università con un dottorato in musicologia.

Perché ti piace la musica?
C’è stata una immediata corrispondenza emotiva: la passione di tipo “fisico” è precedente allo studio. Ascoltavo tutti i dischi possibili, andavo a tutti i concerti, con una voracità disordinata, ma senza riserve. Prima di tutto è un fatto di totale corrispondenza; solo dopo è diventato un fatto di cultura ed educazione.

Questa corrispondenza è un dono raro?
L’istintività di questa corrispondenza è un dono, così lo è una certa capacità di capirla, di coglierla: fin da piccolo riconoscevo le tonalità di ogni brano che ascoltavo.
Tante persone hanno il dono della musica, ma non basta, bisogna coltivarlo; molti non sono consapevoli di possederlo perché non hanno alle proprie spalle un contesto culturale o una famiglia che lo favorisca.

Una persona può essere inconsapevole di questa forza?
Tanta gente scopre a una certa età cosa lo appassiona veramente, ma ormai è troppo tardi per poter dedicare a essa tutto il tempo che richiede.

Se ti capitasse di diventare sordo cosa ne sarebbe di te?
All’inizio ascoltavo tutto, mi interessava tutto. Era una passione onnivora e disordinata. Con il passare degli anni mi accorgo che ascolto sempre meno. Quando l’ascolto è consapevole, è una pratica anche faticosa, stanca; per questo cerco di selezionare sempre poche cose, ma che mi interessano veramente. Sarebbe orribile rimanere sordi, ma a questo punto della vita non sarebbe una tragedia.

Suoni uno strumento?
Ho studiato il contrabbasso, e ho anche dovuto imparare a suonare il pianoforte per fare gli esami di lettura della partitura. Sono più le partiture che leggo, rispetto a quelle che suono.

Beethoven era sordo, eppure componeva. Come vedi questa possibilità?
Beethoven è diventato sordo: è un compositore e per lui l’aspetto del pensiero è dominante rispetto alla pratica. Componeva a tavolino anche prima di diventare sordo, non aveva bisogno del medium del pianoforte per comporre. Non sentiva, ma sapeva che cosa stava scrivendo.

La critica musicale è difficile, riesci sempre a essere obiettivo o ti lasci trascinare da un determinato gusto o passione?
Siamo esseri umani e in quanto tali fallibili, però ho sempre avuto la fortuna di non avere eccessivi vincoli e condizionamenti e questo mi ha permesso di essere onesto con me stesso.

Riesci ad essere razionale?
Cerco di esserlo il più possibile, ma seguo anche l’istinto.

Capisci subito se una cosa ti piace?
Ci sono colleghi che ascoltano un’esecuzione e dicono “ci devo pensare”.
Quando io ascolto qualcosa, invece, capisco subito se mi sta piacendo o se è lontano dall’interpretazione che riterrei ideale. Solo dopo riesco a spiegarmi il perché.

Potresti pentirti dopo?
In realtà non mi è mai capitato, forse perché sono indulgente con gli altri e dunque anche con me stesso. Quando ascolto una cosa so quanto è bella.

Hai fratelli e sorelle? Hanno seguito la tua passione?
Ho tre sorelle più grandi. Anche loro hanno studiato musica, ma poi non è diventata la loro professione.

Hai degli antenati musicisti?
Mia nonna era imparentata con Max Reger, ma non do alla cosa grande importanza. Tra l’altro non è un compositore che io ami particolarmente. Era molto cervellotico, scriveva polifonie complesse ed è difficile da studiare e suonare.

Quando ascolti la musica riesci a stare calmo?
Non sono per niente calmo. Quando una cosa è molto bella mi sfinisce, mi coinvolge totalmente non solo a livello emotivo, ma anche fisico e intellettuale. Non riesco a star fermo e sento che i nervi e i muscoli sono tesi. Se è brutta ho imparato a difendermi e pensare ad altro.

Durante la serata in onore di Cesare Mazzonis ti sentivi a tuo agio?
È stato un evento prezioso perché ero in mezzo a persone con le quali si può condividere un certo codice. La realtà in cui viviamo favorisce sempre meno l’incontro tra persone che hanno la considerazione del bello, sia in pittura, letteratura, musica o cinema. Ho bisogno di interlocutori con cui condividere la consapevolezza che la musica, e l’arte in genere, sono fondamentali per la vita.

Il bello è fondamentale per la vita?
Le cose belle, se sono percepite come tali, danno forma all’esistenza, non servono solo ad adornare la vita. Purtroppo viviamo in un mondo in cui le cose belle sono spesso svilite dall’arroganza, dalla prepotenza, dal primato dell’economia e del profitto. In questo mondo la musica, la Scala, l’arte, sono un ornamento che può essere gradevole, ma sono considerate estranee alla vita.

Credi che si sia persa la percezione del bello?
Spesso resto deluso di non trovare in ambienti come università o istituzioni culturali, un certo “stile”, valori e buona educazione.
Però si incontrano sulla propria strada anche persone la cui vita è espressione di garbo, di gusto.

Che contributo si può dare?
Dobbiamo fare il possibile per non abdicare e per ribellarci all’idea che le cose belle siano accessorie, che rappresentino solo un momento di evasione. La bellezza è un modo di rapportarsi tra gli uomini, di parlarsi e di rispettarsi. Non possiamo permettere che la vita venga svilita dalla bruttezza e dalla volgarità.

Sei sposato? Hai figli?
Sono sposato e ho quattro figlie. Sono entrate in contatto con il mondo della musica fin da piccolissime ma ognuna seguirà la sua strada

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Enrico Girardi è anche il promotore di un ciclo di 4 lezioni su Wagner, in occasione delle celebrazioni del bicentenario, alla Fondazione Ambrosianeum.

Questo il programma:

– 10 aprile 2013 ore 19: Introduzione a Das Rheingold (“L’oro del Reno”)

– 17 aprile 2013 ore 19: Introduzione a Die Walküre (“La Valchiria”)

– 8 maggio 2013 ore 19: Introduzione a Siegfried (“Sigfrido”)

– 15 maggio 2013 ore 19: Introduzione a Götterdämmerung (“Il crepuscolo degli dèi”)

Per maggiori informazioni potete visitare il sito della Fondazione Ambrosianeum.

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