Intervista a Gian Arturo Ferrari

27 marzo 2013

La nostra Presidente Anna Crespi ha intervistato Gian Arturo Ferrari, Presidente del Centro per il libro e la promozione della lettura (istituito dal Consiglio dei Ministri), già Direttore Generale della Divisione Libri del Gruppo Mondadori, Vice Presidente della casa editrice Einaudi, Presidente della casa editrice Piemme e Presidente di Mondadori Electa.

Lei ha sempre fatto l’editore?
Fino al 1989 insegnavo “Storia del Pensiero Scientifico” all’Università di Pavia, dove ho studiato anche io, e parallelamente lavoravo nell’editoria. Poi ho dovuto scegliere.

E’ dispiaciuto di non fare più il professore?
Realmente no, perchè l’editoria era molto affascinante.

Lei ha conosciuto molti scrittori importanti?
Quasi tutti i miei coevi, sia italiani che stranieri.

Cosa fa l’editore? Qual è il ruolo dell’editore?
L’editore dà forma ai libri. Il libro esiste solo a contatto con il suo pubblico. L’editore è il mediatore tra il libro e la realtà.
Pubblicare un libro ha un costo e chi scrive il libro in genere non ha soldi per stamparlo: ci vuole qualcuno che corra il rischio di investire capitali. Nasce così l’editore.
Oggi si può pubblicare in rete: costa pochissimo e cambia radicalmente il panorama dell’editoria, ma questo mutamento è ancora agli inizi e si manifesterà in tutte le sue potenzialità solo più avanti.

Come si sceglie cosa pubblicare?
In generale le case editrici sono divise al loro interno in settori: narrativa straniera e italiana, saggistica, etc. Ognuno di questi settori ha un responsabile che annualmente deve realizzare un programma editoriale.

Gli editori cercano di pubblicare solamente best-seller?
Cercano, ma non possono sapere cosa diventerà un best-seller. È questione di sensibilità; avere la capacità di intuire è un dono.

Il pubblico oggi cosa vuole?
Il mercato dei libri non è guidato dalla domanda, ma dall’offerta. Non esiste una domanda di Rembrandt o Raffaello o Verdi, prima che esista l’offerta.
La stessa dinamica vale per i libri. Il pubblico si lascia affascinare da quello che gli viene offerto.

Una volta le case editrici appartenevano a una famiglia, adesso molti si sono uniti. Quando è iniziato questo processo?
E’ una tendenza molto forte iniziata negli anni ’70, non solo in Italia, che ha raggiunto il suo culmine qualche mese fa: il più grande editore al mondo, che è Bertelsmann ha comprato la Penguin, il più grande editore americano.

Come è cambiato il libro?
I libri esistono da 2500 anni, dai tempi dei poemi omerici e più tardi della Bibbia. In questi 2500 anni i libri hanno vissuto due distinte fasi. Nella prima, che dura circa 2000 anni, i libri sono scritti a mano. Sono oggetti rari, spesso preziosi, di lusso.
La seconda fase coincide con la stampa a caratteri mobili. Mentre nella prima fase far conoscere un libro significava leggerlo in pubblico, con la stampa il libro può essere acquistato da tutti.

Ci sono ancora dei miti come nell’Odissea?
Ci sono dei miti letterari. La letteratura è la nostra mitologia: noi non crediamo più ai miti, ma crediamo in grandi figure letterarie e pensiamo che esistano anche al di fuori della realtà.

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