Inattesi colori dalla Scozia: SJ Peploe alla National Gallery di Edimburgo

21 novembre 2012

Quando nel maggio 2011, all’asta di Christie’s a Londra, il dipinto di Samuel John Peploe “The Coffee Pot” fu battuto alla cifra di 937.250 sterline, record per un’opera d’arte scozzese, fu chiaro che qualcosa era definitivamente cambiato, nella reputazione degli Scottish colourists. Che la riscoperta del movimento, cominciata a partire dagli anni Ottanta del Novecento, non interessi soltanto gli andamenti del mercato, torna a dimostrarlo oggi, a più di un anno di distanza, una mostra allestita alla Scottish National Gallery of Modern Art di Edimburgo, aperta fino al 23 giugno 2013.

Nel gruppo dei coloristi, Peploe fu non soltanto il più anziano, ma anche l’artista di maggior (relativo) successo. Proprio alla sua figura carismatica è dedicata l’attuale esposizione edimburghese, seconda di un ciclo che nel recente passato ha già indagato il lavoro di Francis Cadell, e che secondo logica dovrebbe giungere a compimento con retrospettive su John Duncan Fergusson e Leslie Hunter.

In quella dialettica tra tradizione scozzese e avanguardie di inizio Novecento (leggasi: parigine) su cui si gioca l’intera storia dei coloristi, i dipinti di Peploe ci parlano di una passione inesauribile per lo studio delle nature morte. “There is so much in mere objects, flowers, leaves, jugs, what not – colours, forms, relation – I can never see mystery coming to an end”, scriveva l’autore di “The Lobster” (1901) e dei vivacissimi “Tulips and Fruit” (1919) e “Red and Pink Roses, Oranges and Fan” (1924).

Altro grande interesse di Peploe furono i paesaggi, da “Green Sea, Iona” a “Blue water, Antibes” passando per “The Aloe tree”. È attraverso lunghi viaggi dedicati alla pittura che Peploe scopre la Francia, all’inizio del secolo nuovo. Ed è proprio in questo contesto che si cementifica il legame con gli altri coloristi. A Parigi, dove l’amico e connazionale Fergusson si trasferisce nel 1907, Peploe sarà invitato a trascorrere due anni intensissimi. L’osservazione ravvicinata delle sperimentazioni di Picasso, Matisse, Cezanne e Derain significherà per lui una radicale messa in discussione delle proprie idee sulla pittura.

Tornato nella sua città natale nel 1912, Peploe potrà continuare quel percorso artistico, ma gli onori che gli saranno accordati saranno tutto sommato modesti. Nella fase finale della carriera, il suo stile tenderà a privilegiare una palette più sobria e una maggiore attenzione agli aspetti tecnici, come nel caso di “Still Life with Plaster Cast” (1931). Peploe morirà a Edimburgo nel 1935, a 64 anni. Riconoscimenti più prestigiosi arriveranno soltanto dopo la sua scomparsa. In un crescendo che culminerà nell’asta milionaria di Christie’s della primavera 2011.

Immagini:

Samuel John Peploe, The Coffee Pot, 1905, Collezione privata, Courtesy Susannah Pollen Ltd

Samuel John Peploe, Tulips and Fruit, c.1919, Collezione privata

Samuel John Peploe, Boat of Garten, c.1929, Collezione privata

Samuel John Peploe, Portrait of a Girl, Red Bandeau, c.1912, Collezione privata, Courtesy The Scottish Gallery, Edinburgh

Samuel John Peploe, Red and Pink Roses, Oranges and Fan, c.1924, Collezione privata, courtesy Christie’s

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