Gli Amici della Scala ricordano Umberto Eco
29 febbraio 2016
Anni e anni di amicizia, con degli spazi di tempo nella dimenticanza. Quando Eco è ritornato sembrava non esserci mai lasciati, e io l’ho subito coinvolto in una delle mie abitudini: fargli un’intervista. Mi rispose negativamente, “poiché mi fanno tutti le stesse domande”. Ma io ho disubbidito e gli ho chiesto: “Che cosa pensa della primavera?”
Eco
Che non c’è più!
Anna Crespi
E delle stagioni?
Eco
Non ci sono più. Ma ho bellissimi ricordi di infanzia.
Anna Crespi
Quindi mancano i cambiamenti dei colori dei fiori?
Eco
Non so dove andare a rubare i fiori di pesco, come quando ero bambino, in campagna.
Anna Crespi
L’ulivo c’è ancora?
Eco
Non lo so.
Anzi sì! Ne hanno piantato uno nella mia casa per la nascita del mio secondo nipotino e pare che stia crescendo bene.
Anna Crespi
Lei abita a Milano o a Bologna?
Eco
A Bologna insegnavo all’università, ma ora sono in pensione. Non abito più lì.
Anna Crespi
È bello essere in pensione?
Eco
Si lavora due volte di più!
Cerco di stare di più in collina, nella mia casa in campagna, nelle Marche.
Anna Crespi
Le piace stare nella natura?
Eco
Sì, anche se mia moglie dice che non la guardo, mentre lei coltiva piante e cura i fiori.
Anna Crespi
Ci sono violette, margherite?
Eco
Tutto. Da piccolo in giardino avevo le zinnie e mia moglie le ha piantate per me anche adesso.
Però mia moglie dice che non guardo la natura.
Anna Crespi
E chi ha ragione?
Eco
Quando bruciavamo dei falò, in campagna, c’erano intorno tutte le scintille. Io non le guardavo. Quando poi ho descritto l’incendio del Nome della rosa, ho descritto le scintille; mia moglie mi ha detto: “Allora le guardavi le scintille” e io le ho risposto: “No, ma so come le guardava un monaco medievale”.
Anna Crespi
Sua moglie ha ragione, lei non guarda neanche la natura. La pensa e la sente, ma non la guarda. Ha dovuto pensare, prima di ricordarsi che nel suo giardino c’è l’ulivo.