Cuore di cane – Il racconto di Prima delle prime (e tre video…)

15 marzo 2013


Cesare Mazzonis e il compositore russo Alexander Raskatov (foto Castelli)

Domani, sabato 16 marzo, va in scena al Teatro alla Scala la prima rappresentazione dell’opera Cuore di cane, opera contemporanea composta dal russo Alexander Raskatov su libretto di Cesare Mazzonis, già direttore artistico del Teatro alla Scala e del Maggio Musicale Fiorentino, consulente di Claudio Abbado, scrittore, e attualmente direttore artistico dell’Orchestra Rai.

Dell’opera si è parlato nel corso dell’incontro Prima delle prime che si è tenuto lo scorso lunedì nel Ridotto dei palchi “A. Toscanini” della Scala, evento in cui Cesare Mazzonis,  per l’occasione oratore, ha raccontato la genesi dell’opera, non dimenticando il racconto di Bulgakov da cui essa è tratta, il tutto accompagnato da aneddoti e interessanti estratti video… Ma nella sala gremita, anche una gradita sorpresa: la presenza del compositore Alexander Raskatov, che in viva voce ha parlato ai presenti della “sua” opera, del successo che ha riscosso fino ad ora, oltre al fatto di come sia importante che venga rappresentata alla Scala.

Di seguito un breve racconto della serata. Abbiamo inoltre inserito nel nostro canale YouTube degli estratti video della conferenza.

http://youtu.be/noB9Z2tdEFA

Cesare Mazzonis, librettista di “Cuore di Cane” di Alexander Raskatov, racconta dell’esperienza vissuta a Mosca durante il periodo di scambio artistico del Teatro alla Scala con il Teatro Bolshoi. Con il direttore artistico del teatro moscovita ha avuto la possibilità di visitare la casa di Michail Bulgakov e di osservare come fosse piena di disegni e graffiti fatti dai suoi fans che periodicamente vengono rimossi, ma immediatamente sostituiti da nuovi. E’ stato interessante, per Mazzonis, vedere quanto gli intellettuali come Bulgakov, dissidenti e perseguitati, fossero amati e considerati dal popolo russo. Un grande affetto che da noi, in Europa, è difficile vedere nonostante la liberta di espressione. Anche i loro funerali erano seguitissimi, nonostante ciò comportasse l’esporre pubblicamente le proprie idee e quindi assumersi dei rischi. Ma del resto tutte le manifestazioni artistiche erano molto seguite in Unione Sovietica, da quelle musicali a quelle letterarie, perché l’arte era vicinissima alla popolazione.

Prima di iniziare Mazzonis fa una piccola premessa: il regime prima leninista e poi stalinista era tragico e grottesco e sulla tradizione del grottesco, Bulgakov, spiccava. Per avere un’idea della parodia sul regime, consiglia di leggere “Mosca sulla wodka”di Venedikt Erofeev.
[Libro fuori catalogo, ma disponibile per il prestito presso Biblioteca Comunale Sormani di Milano]

[Visione di alcune scene del film russo del 1988 tratto dell’opera di Bulgakov “Cuore di cane”: gli inizi della vicenda con la violenza sul cane e la successiva cattura e trasformazione della bestia ad opera del professore, seguita dai comportamenti bizzarri e volgari di questo uomo-cane]

In tutto il romanzo ci sono macchiette e prese in giro di quanto sta accadendo nella società russa. E si nota nella vicenda del professore, odiato dagli altri abitanti del palazzo e redarguito dal capo-caseggiato, rimane impunito e se la ride perché è un protetto del regime in quanto potenzialmente in grado di far rinvigorire gli anziani rappresentanti dell’establishment, essendo andrologo e ginecologo.

Bulgakov, in questo breve romanzo, è stato capace di raccontare la vita ma anche l’inerzia delle istituzioni sovietiche che pensavano solo al progresso e alle scoperte scientifiche come elementi per costruire una nuova società e un uomo nuovo.
Cuore di cane è l’ironia dell’uomo nuovo, misto di bestia e di un ubriacone, una grossa presa in giro dell’uomo nuovo che avrebbe dovuto generare il regime che va a sommarsi alle altre ironie di Bulgakov che, con levità e dirompenza, ride dei piani quinquennali, delle leggi e degli obblighi imposti dallo stato.

[Visione di alcune scene della prima rappresentazione dell’opera, avvenuta alla De Nederlandse Opera di Amsterdam nel 2010]

Tra tutte le cose, c’è anche una forte presa in giro del mondo accademico che, pur di non andare contro il regime, accredita e si adegua alle buffonate di improbabili scoperte o applicazioni di esse per migliorare l’uomo russo e farlo diventare l’”uomo comunista”.
Mazzonis fa quindi notare che opera e romanzo finiscono in due modi diversi: nell’opera alla fine, c’è una moltiplicazione dei cani feroci con l’intendimento di ricordare che questo tipo di uomo si moltiplica sempre più nella popolazione, mentre nel romanzo, una volta ricondotto lo strano essere alla natura canina, esso di accoccola tranquillo ai piedi del professore. Ma questa divergenza non è un fatto strano: ogni volta che si scrive un libretto per un’opera, in definitiva se ne fa una seconda narrazione che può essere diversa dall’originale.

È presente in sala il compositore russo, Alexander Raskatov.

http://www.youtube.com/watch?v=u0MYSxwjZaA

Io sono nato il giorno della morte di Stalin, il 9 marzo del 1953 e forse anche per questo motivo sono stato stimolato a scrivere questa opera. Ho letto il libro di Bulgakov per la prima volta quando avevo 17 anni e me sono riuscito a leggere solo tre pagine perché mio padre me lo ha subito nascosto, per paura del regime.
Quando mi hanno chiamato ad Amsterdam per scrivere un’opera, dopo aver parlato con il direttore artistico, ho chiesto che mi venisse presentato un librettista e mi hanno fatto conoscere Cesare Mazzonis. Ci siamo subito trovati in sintonia e lui ha fatto un ottimo lavoro. Al termine gli ho chiesto alcune variazioni, mentre eravamo a Firenze, e davvero nessuno dei due avrebbe mai pensato, a quel tempo, che ci saremmo ritrovati qui, alla Scala, per vederla in scena. Ma nulla accade per caso…ringrazio quindi Cesare per questo splendido lavoro e anche il Teatro, perché mi permette di poter vedere in scena la mia opera.
Questo lavoro ha un meccanismo difficile, perché molte sono le energie in gioco e i personaggi sono i più diversi. La musica è difficile, perché ci sono molti strumenti e anche le singole parti sono difficili. Ci tengo poi a precisare che la recitazione in lingua russa è importante in quest’opera, quindi non abbiate paura di non comprendere, semplicemente ascoltate e tutto diventerà chiaro”.

Riprende Mazzonis

http://www.youtube.com/watch?v=55XuAjEzMBM

“Le opere non sempre funzionano, è necessario che tante cose vadano insieme bene, ma quest’opera ha proprio questa caratteristica di equilibrio e sinergie, quindi può diventare un’opera di repertorio al pari dei grandi classici, perché funziona. I cantanti recitano e cantano, quindi ha grande presa sul pubblico, inoltre io ho aggiunto qualche piccola filastrocca per rendere il tutto più funzionale alla rappresentazione della storia”.

Domanda dal pubblico: “Perché un soprano per la voce del cane-uomo?”

Alexander Raskatov“Il cane ha due anime: c’è il cane che soffre, vilipeso, preso a calci, quasi bruciato, affamato che si riduce a mangiare qualunque cosa per sopravvivere; e poi c’è il cane che ricorda i bei tempi dell’estate, quando c’è più cibo, si va in giro, non fa freddo. La prima è resa da un soprano drammatico, ma veramente drammatico, mentre la seconda è un contraltista di ampia estensione che mi ha chiesto proprio di scrivergli una parte di grande spazialità sonora, tanto da dare l’impressione quasi che le persone siano tre. Ho quindi chiesto a Cesare di scrivergli frasi corte, ma molto energetiche, diverse dall’opera tradizionale, ma che hanno funzionato come l’opera classica!”.

Domanda dal pubblico: “Si potrebbe rappresentare in Russia oggi?”

Alexander Raskatov“Ho parlato per molto tempo della possibilità di una rappresentazione in Russia, ma ci sono diversi problemi, quindi considero la Russia l’ultimo posto dove sia possibile una rappresentazione, anche per le difficoltà legate al diritto d’autore che di fatto non la rende ancora libera. Sarei quindi costretto a negoziare con un nipote della moglie di Bulgakov che non è molto disponibile…”.

Dopo il successo di questa conferenza l’appuntamento è per martedì 19 marzo con… Macbeth.

Un grazie affettuoso a Giancarla Elena Moscatelli

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