Prima delle prime – Idomeneo

7 maggio 2019

Decimo appuntamento del ciclo

Prima delle prime” – Stagione 2018/2019

Amici della Scala – Teatro alla Scala

Idomeneo

di Wolfgang Amadeus Mozart

Libretto di Gianbattista Varesco

Teatro alla Scala – Ridotto dei Palchi “A. Toscanini”

Giovedì 9 maggio 2019 ore 18

“Vi assicuro che mi aspettavo molto da voi” confessò a Mozart il conte Seinsheim in una lettera del primo dicembre 1780, “ma veramente non mi aspettavo questo”. Il conte si riferiva a Idomeneo, non in assoluto la prima opera seria di Mozart, allora venticinquenne, ma la prima nella quale si riscontrano elementi di maggiore libertà formale in quanto in essa sono mitigate in parte le convenzioni dell’opera metastasiana. Composta tra l’autunno del 1780 e i primi giorni del 1781 su libretto di Gianbattista Varesco, cappellano di corte dell’arcivescovo di Salisburgo, l’opera non ebbe in realtà una facile gestazione. Risulta che a partitura ultimata il compositore abbia effettuato numerosi tagli al libretto per snellire la lunghezza dello spettacolo; della complessa vicenda testuale, che nasconde un notevole travaglio creativo, esiste la documentazione di una quarantina di fondamentali lettere che Mozart e suo padre si scambiarono tra il dicembre 1780 e il gennaio 1781 nelle quali il compositore discute con Varisco, per interposta persona, le soluzioni da adottare in molte parti del dramma. La prima rappresentazione dell’opera, che era stata commissionata a Mozart dal principe elettore Carlo Teodoro di Baviera, ebbe luogo in forma privata il 29 gennaio 1781 nella Residenza di Monaco di Baviera (al Teatro Cuvilliés, il teatro di corte della città), riscuotendo un notevole successo. Tuttavia, nonostante l’apprezzamento del pubblico della corte di Monaco, negli anni seguenti Idomeneo conobbe una sola ripresa il 13 marzo 1786, con una esecuzione concertistica diretta dal compositore a Vienna, sempre in forma privata, nel palazzo del principe Auersperg. “Idomeneo anticipa molti aspetti dei capolavori futuri, ma rimane un unicum che non avrebbe avuto, nella sua ineguaglianza, eguali: non si può rivivere due volte la stessa esperienza, rifare la stessa scoperta” – così Sergio Sablich nel Dizionario dell’Opera 2008 a cura di Piero Gelli, edito da Baldini Castoldi Dalai – “Traboccante di originalità e invenzione, sperimentale, audace, fremente di contrasti e di opposti affetti, questa partitura è scolpita come un bassorilievo palpitante di chiaroscuri, emblema insieme della classicità e di un’ambiguità di segno addirittura preromantico”. Nell’Ottocento l’opera non ebbe grande fortuna: solo nel 1879 andò in scena per la prima volta alla Wiener Staatsoper. Bisogna arrivare al 1947 per la prima rappresentazione alla Fenice di Venezia, direttore Vittorio Gui, in occasione del Festival di Musica Contemporanea. Al Teatro alla Scala andò in scena nel 1968, con la direzione di Wolfgang Sawallisch, nel 1984 diretta da Gianandrea Gavazzeni, nel 1990 diretta da Riccardo Muti e vi ritornò come opera d’inaugurazione della Stagione 2005-2006, direttore Daniel Harding. Il 16 maggio 2019 andrà ancora in scena alla Scala con la direzione di Diego Fasolis.

Nell’incontro “Opera seria con tempesta”, con ascolti, parla di Idomeneo Paolo Gallarati, ordinario di Storia della Musica nell’Università di Torino e Socio dell’Accademia delle scienze di Torino.

Ingresso libero fino a esaurimento dei posti

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