Conferenza di Placido Domingo alla Scala: il fascino del ruolo del baritono

13 November 2014

Conferenza stampa il 4 novembre nella Sala Gialla del Teatro alla Scala per il ritorno di Barenboim e Domingo nel Simon Boccanegra, dopo le prime recite dirette da Stefano Ranzani con la regia di Federico Tiezzi e con Leo Nucci nel ruolo di Simone.

Placido Domingo nel Simon Boccanegra (foto Brescia e Amisano © Teatro alla Scala)

Daniel Barenboim sta provando con l’orchestra e Placido Domingo, chioma e barba bianche, affascinante come sempre, con accanto Fabio Sartori e Tatiana Serjan apre la conferenza ricordando quella di 45 anni fa, quando debuttava alla Scala nella stagione 1969-1970 in Ernani diretto da Antonino Votto, opera verdiana alla quale hanno fatto seguito altri 19 titoli con i direttori Abbado, Gavazzeni, Verchi, Prêtre, Molinari Pradelli, Kleiber, Muti, Maazel, Bertini e ora, in Simon Boccanegra, appunto, con Barenboim. Un viaggio lunghissimo con illustri compagni nella musica di Puccini e Bizet, Wagner e Verdi «in uno dei teatri più “diletti” – uno spagnolismo nell’italiano corretto di Domingo – e più cari». Domingo, in origine tenore grandissimo poi anche direttore d’orchestra, confessa di aver deciso di cantare, prima di andare in pensione, con la voce di baritono nel ruolo di Simone. Gli è sempre piaciuto moltissimo: «Mi sono innamorato della musica verdiana, soprattutto quella che riguarda la voce baritonale, così dopo il Simone, che doveva essere un’esperienza unica, parlando con Daniel [Barenboim], mi sono convinto ad affrontare Rigoletto, La traviata e poi sarà la volta di Macbeth. I momenti più belli del baritono sono quelli in cui un padre parla a un figlio o a una figlia (con Amelia in Simone): sono duetti sensazionali in cui Verdi ha versato tutta la sua emozione. Ecco la ragione per continuare a cantare». Tra i suoi progetti futuri c’è anche un album di poesie un “Trittico” con musiche composte dal figlio Placi, presente in sala, che non ama l’opera ma il rock e che, divertito, rivela alcuni riti scaramantici del padre, riti che sono un’immancabile consuetudine nella vita del teatro.

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