Tra mecenatismo e innovazione, i musei d’Arte Ambientale d’Italia

6 luglio 2012

Nelle campagne di Pistoia, la Fattoria di Celle ha da poco compiuto trent’anni: per l’occasione, nella vasta tenuta di Giuliano Gori sono arrivate nuove opere permamenti di artisti tra cui Luigi Mainolfi, Robert Morris e Alessandro Mendini. E in mostra c’è anche il grande Uomo che cammina di Alberto Giacometti, in prestito della Fondation Maeght.

A Montemarcello, nello spezzino, la stagione estiva del parco La Marrana Arte Ambientale coincide quest’anno con una mostra dedicata a Marina Abramovic.

Infine, mentre a Palazzo Reale a Milano un’intera sala dell’esposizione “Addio anni Settanta” è riservata a Daniel Spoerri, l’autore svizzero ha aperto come ogni anno i cancelli del suo giardino di 16 ettari a Seggiano, nel grossetano, dove sono sparse oltre un centinaio di sculture di nomi internazionali come Dieter Roth, Arman, Jean Tinguely e Nam June Paik.

Quelli citati sono alcuni tra i più prestigiosi giardini e parchi dedicati all’arte contemporanea in Italia. Definirli “musei all’aperto” sarebbe riduttivo, perché si tratta di istituzioni culturali private che non si limitano ad esporre lavori in un ambiente esterno. L’Arte Ambientale, intesa come dialogo tra il paesaggio e le opere d’autore, evoca certo un tema eterno come quello del conflitto tra natura e cultura, ma nel caso italiano solleva anche importanti domande sulle possibili forme di valorizzazione del territorio e sugli strumenti di diffusione e supporto della creatività.

I tre progetti  che abbiamo citato, molto diversi tra loro per spirito e vocazione, hanno comunque qualcosa in comune. Prima di tutto, la relativa giovane età: i venti ettari della collezione Gori, tutto intorno alla seicentesca Villa Celle, si aprono al pubblico nel 1982; la residenza privata Bolongaro a Montemarcello diventa parco d’Arte Ambientale nel 1995; Seggiano inaugura nel 1997. In seguito, quello che unisce queste realtà è una vicinanza, se non altro ideale, ad alcuni tratti tradizionali del mecenatismo italiano, dal rinascimento fino ad oggi.

La relativa prossimità geografica dei tre parchi, anche ad altri e più noti giardini d’impronta classica, ci invita a immaginare una visita congiunta, a maggior ragione in questi mesi estivi in cui le consuete restrizioni di accesso al pubblico sono decisamente allentate.

Immagini: © Fattoria di Celle – Collezione Gori: Carlo Fei, Aurelio Amendola

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