Prima delle prime – Simon Boccanegra
5 luglio 2016
Tredicesimo appuntamento del ciclo
“Prima delle prime” – Stagione 2015/2016
Amici della Scala – Teatro alla Scala
Simon Boccanegra
di Giuseppe Verdi
libretto di Francesco Maria Piave e Arrigo Boito
Teatro alla Scala – Ridotto dei palchi “A. Toscanini”
lunedì 13 giugno 2016 ore 18
Ritorna alla Scala dopo le rappresentazioni dell’autunno 2014, la stessa applaudita produzione di Simon Boccanegra, opera ora amatissima rimasta per lungo tempo nel dimenticatoio.
Si sa, non ebbe un debutto felice nel 1857 alla Fenice di Venezia, fu applaudita poco dopo a Napoli e fischiata alla Scala nel 1859, poi il silenzio.
“Credevo di aver fatto qualcosa di possibile, ma pare che mi sia ingannato, vedremo in seguito chi abbia torto.” Così Verdi scriveva alla contessa Maffei dopo l’insuccesso veneziano.
No, Verdi non s’ingannava. Certamente qualcosa nell’edizione del 1857 non convinceva: era un’opera tutta avvolta nel buio, “un’opera al nero”. Con la prima versione del Simone si apriva per Verdi un periodo di sperimentazione, di necessità di rinnovamento. Il libretto, abbozzato dal compositore, che si era ispirato a un dramma di A. García Gutiérrez, era stato poi affidato a Francesco Maria Piave per la versificazione.
A far uscire l’opera dai forzieri Ricordi fu certamente determinante Giulio Ricordi, editore illuminato, che propose a Verdi una collaborazione con Arrigo Boito, gettando il seme per un’altra futura collaborazione tra i due artisti che in passato erano stati separati da tempestosi malintesi. Verdi dapprima rifiutava: “È un tavolo zoppo.” Ma già pensava a una soluzione. “Chi potrebbe rifarlo? In che modo? … Bisogna trovare qualcosa che doni varietà e un po’ di brio al troppo nero del dramma. Come? … mi sovviene di due stupende lettere di Petrarca, una scritta al Doge Boccanegra, l’altra al Doge di Venezia dicendo loro che stavano per intraprendere una lotta fratricida. Sublime questo sentimento d’una patria italiana in quell’epoca ! … dico per dire”.
In realtà agiva e scriveva a Boito “… si metta immediatamente al lavoro, io intanto guarderò di raddrizzare qua e là le gambe storte delle mie note.” Boito apportava importanti modifiche al libretto, Verdi in sei settimane trasformava l’opera con tagli, sostituzioni, inserimenti (come la possente scena del Consiglio ispirata alle due lettere del Petrarca). Dramma “cupo virile” scrive Mila. È illuminato soltanto dal tremolare palpitante del mare all’ingresso di Amelia e dall’invocazione del Doge, prima di morire, a pace e libertà.
La Scala celebrava nel marzo 1881 il successo della seconda edizione del Simone che tuttavia in Italia non riusciva ancora ad avere un cammino facile. La Scala in seguito ha proposto una tardiva ampia rivelazione (con l’edizione Abbado- Strehler) quindi nuove attuali interpretazioni di quest’opera che è tra le più belle di Verdi. C’è chi dice anche la più intelligente.
Nell’incontro “L’opera del tempo che passa” con ascolti e video, parla di Simon Boccanegra Emilio Sala, musicologo, professore nell’Università degli Studi di Milano, già direttore scientifico dell’“Istituto Nazionale di Studi Verdiani”.
Ingresso libero fino a esaurimento dei posti
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