Prima delle prime – Aida

27 aprile 2018

Undicesimo appuntamento del ciclo

Prima delle prime” – Stagione 2017/2018

Amici della Scala – Teatro alla Scala

 AIDA

di Giuseppe Verdi

libretto di Antonio Ghislanzoni

Teatro alla Scala – Ridotto dei Palchi “A. Toscanini”

Giovedì 3 maggio 2018 ore 18

Celeste e dolce, Aida, da 147 anni avanza trionfalmente nel mondo della musica attraversando i teatri più prestigiosi di tutto il mondo, arene immense, piccoli palcoscenici “bomboniera” come quello di Busseto.

E Aida ritorna alla Scala nel leggendario allestimento datato 1963, ma ancora vitale ed entusiasmante, di Franco Zeffirelli, al quale il Teatro vuole rendere omaggio in occasione dei suoi 95 anni.

Aida è una delle opere più famose di Verdi; ha una grande forza profetica segnando nel percorso verdiano un’importante svolta rispetto alle opere precedenti. Occupa il terzultimo posto nella cronologia teatrale e per molto tempo ad alcuni sembrò addirittura che fosse l’ultima, sennonché Otello (1887) e Falstaff (1893) irruppero stupefacenti in scena dopo un lungo silenzio. La gestazione dell’opera fu piuttosto complessa, anzi all’inizio si registrò un rifiuto quando Isma’il Pascià, Chedivè d’Egitto, grande ammiratore di Verdi, gli commissionò, offrendo un lauto compenso, un inno per celebrare l’apertura del Canale di Suez (1868). “No”, rispose Verdi, non era disposto a scrivere musica d’occasione. Il Viceré non desistette. Dopo un secondo rifiuto, Verdi si decise ad accettare, grazie soprattutto all’intervento di Camille Du Locle – già coautore per il libretto di Don Carlos e direttore dell’Opéra-Comique di Parigi – in quanto ebbe un decisivo ruolo di intermediario, presentando a Verdi un soggetto a carattere egiziano di Auguste Mariette, famoso egittologo francese, uomo di fiducia del Viceré. Il soggetto revisionato da Verdi e da Du Locle fu poi trasmesso a Ghislanzoni per la trasformazione in libretto in versi e finalmente Aida andò in scena al Khediviale dell’Opera del Cairo il 24 dicembre 1871. Verdi però non era là. Era invece presente con la sua supervisione alla prima europea assoluta alla Scala, l’8 febbraio 1872; Teresa Stolz protagonista.

Nel corso del tempo registi e scenografi hanno privilegiato soprattutto una componente, quella più spettacolare, ma quest’opera, composta da Verdi certamente con evidenti riferimenti al grand-opéra francese, propone un duplice piano teatrale e narrativo: da un lato l’aspetto trionfalistico, fastoso, dall’altro quello delle vicende personali, dei sentimenti d’amore.

Un aneddoto. Cosa rispose Verdi – che amava le sue opere come fossero figli – a Ferdinand Hiller, compositore e critico musicale tedesco, che gli chiedeva a quale delle due opere, Don Carlo e Aida, desse la preferenza? “Sono un po’ imbarazzato… nonostante vi dirò: nel Don Carlo c’è forse qualche pezzo di maggior valore che nell’Aida, ma nell’Aida c’è più mordente e più (perdonatemi la parola) più teatralità e non intendete Teatralità nel senso volgare.”

Nell’incontro “Da un’ipotesi archeologica a un dramma di intimità e poteri”, con ascolti, parla di Aida Daniela Goldin Folena, professore ordinario di Storia del melodramma all’Università degli Studi di Padova.

Ingresso libero fino a esaurimento dei posti
Supporto per l’ospitalità Brera Hotels

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