Matera capitale europea della cultura 2019: il commento di Dinko Fabris
13 novembre 2014
Lo scorso 18 ottobre la città di Matera è stata ufficialmente designata a ricoprire l’ambito ruolo di Capitale Europea della Cultura per il 2019. Per gli Amici della Scala, che credono in un’Italia protagonista della scena culturale a livello mondiale, nessuna notizia poteva meritare maggior sostegno. Abbiamo quindi pensato di chiedere un commento al professor Dinko Fabris, Musicologo, docente di Storia delle Musica presso l’Università della Basilicata e membro della Commissione per l’assegnazione del “Premio per la ricerca in Discipline Musicologiche” creato dagli Amici della Scala e inserito nel progetto “Together for culture”. Ecco le sue parole.
MATERA CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA 2019 di Dinko Fabris, Musicologo, Università della Basilicata
Tre film hanno scandito la lenta storia del riscatto di Matera da una situazione di arretratezza tardomedievale alla modernità di meta turistica tra le più ambite dell’Italia meridionale: La lupa di Lattuada (1953), Il Vangelo secondo Matteo di Pasolini (1964) e La Passione di Cristo di Gibson (2002). Il simbolo di quella arretratezza e del degrado, i “Sassi”, grotte trogloditiche abitate ininterrottamente fino agli anni Cinquanta del secolo scorso, sono stati dichiarati patrimonio Unesco e hanno innescato un processo di rivalutazione culturale unico per le sue modalità e per i risultati offerti, testimoniati dalla scelta di Matera come Capitale Europea della Cultura per il 2019. Matera ospita, con Potenza, una delle due sedi dell’Università della Basilicata, creata dopo il terremoto del 1980 per assicurare lo sviluppo di progetti culturali nel territorio: oltre all’insegnamento di Storia della musica, esiste anche un coro dell’Università e numerose iniziative attivate in collaborazione col locale Conservatorio. Infatti da oltre quarant’anni esiste a Matera un Conservatorio di Musica intestato a Egidio Romualdo Duni (il più importante compositore nella storia della città, nato a Matera nel 1708 e morto a Parigi nel 1775 dopo aver contribuito in maniera decisiva alla storia dell’opera europea, in particolare alla evoluzione dell’ “Opéra comique”): questa istituzione era stata creata da Nino Rota, che era allora direttore del Conservatorio di Bari, e ha oggi acquisito una vasta notorietà anche internazionale. Sempre in campo musicale la città dei “Sassi”, che dista solo 60 km da Bari e dunque dal Teatro Petruzzelli e altrettanti da Martina Franca, la città del Festival della Valle d’Itria, conosce da anni un fiorire di iniziative private con stagioni concertistiche, gruppi jazz e di musica giovanile ed esecutori locali di ogni genere musicale, come è testimoniato dall’appuntamento in settembre con “Materadio”, una maratona musicale e culturale dai microfoni di Radiotre Rai molto seguita. Nel programma del Comitato per la candidatura di Matera Capitale Europea della Cultura 2019, non mancano le iniziative musicali che coinvolgono tutte le forze attive nel territorio, ma in particolare una ci sembra particolarmente coraggiosa e significativa: il progetto di un nuovo teatro moderno e attrezzato, degno di una città di riferimento europeo, che sostituisca il non più sufficiente cine-teatro Duni finora utilizzato in maniera inadeguata. Come sempre nel sud Italia vi sono tutti gli ingredienti per il successo di un grande progetto culturale: le pietre antiche (pensiamo al vicino tempio di Metaponto e le tante aree archeologiche di grande fascino), testimonianze artistiche e una storia millenaria, mare e montagna, cibi, vino e tradizioni popolari, e tanti giovani ricchi di talento e voglia di costruire. Speriamo solo che la burocrazia istituzionale e certe facili concessioni per scavi petroliferi non “inquinino” questo straordinario patrimonio nei prossimi cinque, preziosi, anni.