Intervista a Gillo Dorfles

5 maggio 2014

Lo scorso 12 aprile Gillo Dorfles ha compiuto 104 anni.

È stato ampiamente celebrato nei giornali e nei media. E anche noi per l’occasione vogliamo omaggiarlo con una originale e divertente intervista che Anna Crespi gli ha fatto qualche tempo fa.

Gillo Dorfles - Foto di Francesco Maria Colombo

Gillo Dorfles vagli Amici della Scala - Foto di Francesco Maria Colombo

Hai scelto la tua vita di studio partendo da una decisione o da un’ispirazione? E da quale età?
Non ho mai cominciato, ho sempre continuato.

Hai proseguito, come un nastro che si srotola. Questo tuo lavoro ti ha portato a conoscere tante persone o sei stato un solitario?
La frequentazione di alcune persone è stata un arricchimento.

Ho un tuo quadro appeso nella sede degli Amici della Scala.
Hai un mio quadro?

Un disegno.
Mi fa piacere. Bisogna che io venga a trovarti.

Posso chiederti quanti libri hai scritto?
Trenta, quaranta, non li ho contati. Certamente più di trenta. Circa venti sono tradotti in varie lingue.

Tu sei conosciuto in tutto il mondo dagli studiosi?
Sono conosciuto da poche persone che si interessano alle stesse cose che interessano a me. Per ogni
mio libro avrò venduto duemila copie… Se pensi che Susanna Tamaro ne ha vendute due/tre
milioni…

Al giorno d’oggi la cultura è in crisi?
La cultura è sempre stata all’ombra.

Non è cambiato molto allora?
C’è un po’ più di gente che legge grazie ai nuovi mezzi di comunicazione. Ma sono sempre molto
pochi quelli che leggono. Un libro che non sia un romanzetto vende duemila copie. Io dei sei libri
che ho pubblicato con Einaudi, mi rendono alla fine dell’anno 500 euro. Questo per dirti com’è la
situazione.

Però, quelle duemila copie comprate aiutano gli studiosi.
Sì, ma gli studiosi sono pochissimi. Le altre persone non leggono libri “difficili”! La cultura è solo
elitaria, purtroppo.

Hai delle soddisfazioni anche tra la gente non studiosa?
L’altro giorno ho incontrato un taxista che mi ha riconosciuto e mi ha detto che legge sempre i miei
articoli sul “Corriere della Sera”. Questo mi ha fatto piacere. È un segno meraviglioso.

Sai quanti erano gli apostoli?
Cosa c’entra?

Erano i dodici uomini che hanno fatto il cattolicesimo, che dura nei secoli.
Il fatto che io sia un solo apostolo, anziché uno di dodici è un po’ triste. E pensa chi li ha ispirati,
chi c’era dietro…

Tu sei un pilastro del pensiero dei lettori che comprano i tuoi libri.
Sono gli apostoli del mio pensiero; tristi apostoli.

Ora stai leggendo un libro su Vico Magistretti. L’hai comprato?
Io non compro libri. Me li hanno regalati tutti.

I libri che leggi ti ispirano?
Sì. Certo. Magistretti, ad esempio, l’ho conosciuto molto bene.

Magistretti ha fatto la cultura del design. Vi siete ispirati tra voi? Tu hai una profonda conoscenza dell’estetica…
Fino alla pensione sono stato professore di estetica.

Gillo Dorfles

Gillo Dorfles - Fonte web

Sei un filosofo?
Sei filosofo anche dell’uomo. Conduci l’uomo con la tua filosofia nell’arte. E poi riesci, come tutte le poche persone come te, a vivere e produrre il pensiero traducendolo in modo semplice.
A me interessa molto anche dipingere. Ho finito con l’insegnamento e posso finalmente dedicarmi
alla pittura.

Avevi trascurato un po’ la pittura per fare il filosofo. Nella pittura metti tutto quello che hai vissuto fino ad adesso?
Non hanno niente a che fare una cosa con l’altra. Guai se un pittore volesse mettersi a filosofeggiare.

I quadri appesi alle pareti, li hai fatti tu?
Qui non c’è esposto nessun mio quadro. Sono tutti di artisti contemporanei. I miei quadri sono esposti nelle gallerie e nei musei, non voglio esporre qui i miei quadri.

Sono opere che ti hanno regalato?
Sono tutti artisti miei amici, tra i più importanti di questo periodo. Dagli anni ’50 a oggi.

I tuoi libri e i tuoi disegni sono importantissimi, perché possono far resuscitare lo spirito di una persona che magari si sta abbandonando…
Di questa tua registrazione cosa resta? Come farai a ricavarne qualcosa?

Finora è emerso quanto è importante il tuo lavoro. Tu sei convinto che il tuo lavoro è importante?
Non lo so. È importante per me. Speriamo.

Te lo assicuro, infatti hai incontrato un taxista che legge i tuoi articoli.
È stata una delle poche cose che mi ha dato soddisfazione.

Tu sei l’essenza dell’uomo?
Mi piacerebbe essere un’essenza.

Sei l’essenza, sei la colonna dell’estetica, della tradizione. Sei un filosofo, sei un uomo fantastico.
Si fa quel che si può.

Che domanda ti faresti che non ti ho fatto?
Non ho desiderio di domande.

Io farò questa intervista dicendo “io ho intervistato Gillo Dorfles, il quale è un’essenza”.
Ho il timore che non emerga niente da quello che hai registrato. Cosa abbiamo detto?

Tu sei un genio!
Sono una persona di media cultura.

Gillo Dorfles

Gillo Dorfles - Fonte artribune.com

Sei uno storico?
No, tutto fuorché storico.

Cos’è per te la metafora?
Capirai! Ci vuole una settimana per spiegarlo. Posso dire che è una forma del discorso.

Nella metafora c’è ispirazione?
La metafora può essere capita più o meno dagli interlocutori. Così come tutte le altre forme retoriche che servono a comprendere meglio il linguaggio comune.

Sono troppo ignorante per farti un’intervista.
Mi pare inutile fare domande filosofiche, non interessano al pubblico.

Cos’è il destino?
Lo saprò quando sarò morto.

Il destino inizia dopo la morte?
Certo, prima non lo sai. Quando sei morto, sai che sei morto. Ammesso che anche dopo morto ci sia una sopravvivenza.

Tu cosa speri?
Non te lo posso dire finché non sarò morto.

Cosa è il mito?
Anche per questa risposta ci vorrebbe una settimana. Diciamo che si tratta di una forma di racconto leggendario.

Cos’è l’estetica?
È la filosofia dell’arte.

E la filosofia?
Ci vorrebbe un’altra settimana per risponderti.

E la parola, cos’è la parola?
Come si fa a spiegare cos’è la parola? Anche per questa risposta ci vorrebbe tanto tempo. Potrei dire che è un modo di espressione attraverso la voce.

Cos’è l’esperienza?
È un modo di acquistare la conoscenza attraverso un’attività, che può essere fisica o mentale.

E l’idea?
È un modo per inventare cose che non esistono, ma possono avere una consistenza intellettuale.

Preferisci Jung o Freud?
Né l’uno né l’altro. Sono pericolosi tutt’e due.

Ti piace la psicologia?
Naturalmente. É una delle materie che ho studiato di più.

Cos’è la psicologia?
La scienza della psiche. Mi spiace, ma da questa intervista verrà fuori una balordaggine totale.

Scommettiamo che sarà un’intervista bellissima? Cos’è il simbolo?
Ho scritto un libro che si intitola Simbolo, comunicazione e consumo. Trovi tutto scritto lì.

E cosa intendi con “consumo”?
Non si può dire in due parole. Intendo il “consumo” in senso filosofico.
Sono curioso di vedere cosa riesci a far venire fuori da questo dialogo.

Cos’è una pianta frondosa?
È una pianta con molte foglie.

Tu sei una pianta frondosa?
Mi piacerebbe essere una pianta.

Cos’è l’universo?
Ma come si fa a rispondere a una domanda così?

“Riproducibile solo citando la fonte: Associazione Amici della Scala di Milano”

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