Gianini e Luzzati, i cartoni animati e la musica: a Torino, una mostra sentimentale
23 gennaio 2013
Chi è stato bambino negli anni Sessanta e Settanta, ne ricorderà il senso di meraviglia. Chi al tempo era genitore, ne avrà già apprezzato l’espressività del tratto, l’intensità del sostegno musicale e quella levità quasi chagalliana. Chi è stato genitore o bambino nei decenni successivi, ancora continua a vivere quei sentimenti. Così la mostra che apre oggi a Torino al Museo Nazionale del Cinema, dedicata ai cartoni animati realizzati a quattro mani dal regista Giulio Gianini (1927-2009) e dall’illustratore Emanuele Luzzati (1921-2007), si annuncia come uno tra gli appuntamenti della nuova stagione espositiva in cui più sensibilità culturale e motivi sentimentali tenderanno a rafforzarsi a vicenda.
Tra i molti che rimasero stregati dalle opere di Gianini-Luzzati, conserviamo oggi le testimonianze di grandi intellettuali e uomini di spettacolo. Giorgio Strehler, che conobbe Luzzati anche grazie alle prestigiose scenografie teatrali realizzate da quest’ultimo, descrisse la sua arte come “costituita dal vento, dai colori frantumati e da buffe illusioni”.
Federico Fellini, profondo conoscitore del repertorio cinematografico della coppia, dopo averne visto il Pulcinella, nel 1973, scrisse una lettera che iniziava così: “Cari Amici, ho visto il vostro Pulcinella. Beh, voi vi ricordate quanto mi era piaciuto La gazza ladra, quanto avessi ammirato la fantasia figurativa, l’estro umoristico, il senso della fiaba e le geniali soluzioni grafiche di quel vostro lavoro; non credevo avreste potuto fare di meglio. Con gioia, invece vi dico che ci siete riusciti.”
Tanto ammirate in patria, alcune tra le 26 pellicole realizzate da Gianini e Luzzati con la tecnica del découpage riuscirono anche a varcare i confini nazionali. Proprio le due interpretazioni delle opere rossiniane citate da Fellini, ossia la Gazza Ladra (1964) e Pulcinella, valsero agli autori due candidature agli Oscar. Altri titoli che confermano l’intento degli artisti di “avvicinare i bambini alla musica classica” sono L’italiana in Algeri (1968) e Il flauto magico (1978).
Nella mostra alla Mole Antonelliana, aperta fino al 12 maggio 2013, sarà presentata una vasta selezione dei materiali originali su cui Gianini e Luzzati costruirono i loro film. Si tratta di oltre duecento personaggi, bozzetti, scenografie e storyboard: basi fisiche di un’opera che, come Tullio Kezich ebbe a dire, porta sempre in sé, “saldamente avvitata nel vortice del divertimento, l’alta intransigente moralità di una lezione d’amore”.
1 – Emanuele Luzzati e Giulio Gianini (© Carla Rezza Gianini)
2 – La gazza ladra, 1964 (collezione privata)
3, 4 – Il flauto magico, 1978 (Fondazione Luzzati-Teatro della Tosse, Genova)
5 – C’erano tre fratelli, 1979 (collezione privata)
6 – Pulcinella, 1973 (collezione privata)