Prima delle prime – Orphée et Euridice

8 febbraio 2018

Sesto appuntamento del ciclo

Prima delle prime” – Stagione 2017/2018

Amici della Scala – Teatro alla Scala

 Orphée et Euridice

di Christoph Willibald Gluck

libretto di Pierre-Louis Moline

 Teatro alla Scala – Ridotto dei Palchi “A. Toscanini”

Lunedì 12 febbraio 2018 ore 18

“I rifacimenti, le revisioni e le contaminazioni subite dall’Orfeo ed Euridice sono tra i più complessi e numerosi di tutta la storia del teatro lirico”, così afferma Elvio Giudici nel suo lavoro sulla discografia operistica. Di versioni se ne possono contare almeno sei, di cui però sarebbe troppo lungo e di carattere troppo specialistico rendere conto.

L’Orfeo ed Euridice fu rappresentato per la prima volta a Vienna, al Burgtheater, il 5 ottobre 1762, con il libretto (in italiano) dell’italiano Ranieri de’ Calzabigi. Di fatto con quest’opera il compositore tedesco e il librettista livornese si proponevano di semplificare l’azione drammatica dell’opera seria italiana. Si può dire che con questa rappresentazione prese il via la riforma teatrale e musicale di Gluck: Orfeo ed Euridice ne è certamente il primo esempio, mentre il manifesto sarà Alceste. Nel 1769 andava poi in scena a Parma nel teatrino di corte una seconda versione, naturalmente in italiano.

Ma per la versione parigina del 1774 all’Opéra, intitolata Orphée et Euridice (solo in un periodo successivo in Francia Eurydice assumerà la ‘i greca’), Gluck intraprese una generale revisione della partitura per adeguarla alle diverse esigenze del mondo musicale francese e soprattutto dell’Académie Royale de Musique, mentre il libretto di de’ Calzabigi fu tradotto in francese e ampliato da Pierre-Louis Moline. Da segnalare una revisione, rimaneggiata, di Hector Berlioz (in francese) e una Ricordi nella quale il libretto ritornò al testo originario di de’ Calzabigi.

Al suo librettista de’ Calzabigi, personaggio intrigante e libertino, tuttavia riconosciuto come un grande uomo di teatro, con una concezione teatrale estremamente innovativa, Gluck, autore pieno di genio e talento, non esitò a rivolgere un inusuale e generoso omaggio nel 1773 sul Mercure de France, con le parole: “Sarei degno di un rimprovero ancor più sensibile se accontentassi a lasciarmi attribuire l’invenzione del genere d’opera italiana il cui successo ha giustificato il tentativo. È a Monsieur de’ Calzabigi che ne appartiene il principale merito; e se la musica ha incontrato qualche favore fra il pubblico, credo di dover riconoscere che è a lui che ne sono debitore, poiché è lui che mi ha consentito di sviluppare le risorse della mia arte”.

Al Teatro alla Scala Orphée et Euridice andrà in scena nella versione francese e nella produzione Royal Opera House, Londra. Direzione di Michele Mariotti e regia di Hofesh Shechter e John Fulljames.

Nell’incontro “L’opera italiana tra Vienna e Parigi”, con ascolti e video, parla di Orphée et Euridice Raffaele Mellace, docente di Musicologia e Storia della Musica presso l’Università degli Studi di Genova.

 Ingresso libero fino a esaurimento dei posti
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