Incontro con Stefano Mauri

11 marzo 2013

La nostra Presidente Anna Crespi ha realizzato una breve intervista all’editore Stefano Mauri, presidente del Gruppo Editoriale Mauri Spagnol, amministratore delegato di Longanesi & C., Garzanti Libri, Guanda, Corbaccio e R.L. Libri; vicepresidente di Messaggerie Italiane, membro del consiglio d’amministrazione della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori.

Tu hai vissuto per gran parte della tua vita in un ambiente editoriale. Quanto tale elemento ti ha influenzato professionalmente?
Sono nato nel 1961. Mio padre era un imprenditore. Avevo 27 anni quando Mario Spagnol mi ha chiamato poiché era stata pubblicata la mia tesi di laurea, una tesi che aveva come argomento i consumi culturali e in particolare quello librario. Mio padre mi spronò a lavorare con Mario Spagnol, che era sì un editore, ma anche un imprenditore molto autonomo.

Per la tua crescita professionale, quali figure hanno avuto un ruolo importante?
Senza alcun dubbio mio zio, Valentino Bompiani, indirettamente, in quanto è stato il primo maestro di Mario Spagnol dal quale ho appreso le basi del lavoro editoriale.

Come scegli se pubblicare un libro?
Ogni libro da pubblicare viene scelto attraverso fattori che poco hanno di schematico. Nell’editoria c’è velocità e sorpresa, e un piccolo ma importante dettaglio può costituire un fattore scatenante di successo e far diventare un libro un best-seller.

Nella scelta conta di più la razionalità o l’irrazionalità?
Entrambe hanno lo stesso peso. L’irrazionale e il razionale sono contraddizioni da ricercare. Un dettaglio talvolta può divenire più importante di una strategia. Questo toglie al nostro lavoro la noia. Tuttavia il fatto che la fortuna giochi un ruolo fondamentale non deve essere una scusa per non estendere il raziocinio, la raccolta e l’analisi dei dati disponibili, ovunque sia possibile.

La nuova politica, le elezioni ti fanno paura?
No, in linea di massima. L’editoria è legata a quello che accade. Qualche volta tuttavia la paura è inevitabile. Ma anche in questi casi alla paura ci si abitua, perché si assimila, si cronicizza e non si sente più.

Ti piace il cinema?
Moltissimo.

C’è analogia tra il film e il libro come montaggio o racconto?
No, il film ha una natura diversa da quella del libro. Un film lavora per scene, un libro ha più libertà.

Cosa ne pensi degli e-book?
Sono una importante e necessaria innovazione, tuttavia in tutto il mondo i lettori preferiscono ancora la carta.

Per scegliere gli scrittori dai importanza al fattore età?
No, assolutamente. Ma non posso evitare di pensare che prima dei 30 anni raramente si diventa scrittori; manca l’esperienza di vita. Quello letterario non è un genio precoce.

Credits:
Nella foto: Stefano Mauri (foto di Elisabetta Catalano)

Riproducibile solo citando la fonte: Associazione Amici della Scala di Milano

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